INTERVENTI EDUCATIVI PER MINORI

 

SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI EDUCATIVI

La scelta che è stata fatta come territorio, con l’accordo della programmazione zonale e dell’Azienda Consortile del Lodigiano per i Servizi alla Persona, intende porre la co-progettazione come un modello di funzionamento dei servizi, in questo caso in ambito minori e famiglia, innova sensibilmente le forme consolidate di collaborazione fra pubblico e Terzo settore; ciò implica infatti che il Terzo settore si trovi ad essere coinvolto nell’attuazione del servizio non più come erogatore di prestazione ma assumendo un ruolo attivo e impegnando risorse proprie e soluzioni progettuali.  Ci sembra che questa modalità sia la più efficace per affrontare la complessità delle problematiche sociali, pur nella consapevolezza che la titolarità e il ruolo di regia nell’ambito dei sistemi di welfare locale compete al soggetto pubblico.

 Modello coprogettazione
 Sistema Interventi Educativi Integrati

Schema gestionale

 

Suddivisione territoriale

SOL.I. Cooperativa Solidarietà e Integrazione Società Cooperativa Sociale arl

  • Interventi educativi mirati, Interventi educativi legati all’informalità e Spazi educativi diurni a valenza preventiva presso i Comuni di: Boffalora d’Adda, Cavenago d’Adda, Casalmaiocco, Comazzo, Galgagnano, Graffignana, Merlino, Montanaso Lombardo, Mulazzano, Sant’Angelo Lodigiano, Sordio, Tavazzano, Zelo Buon Persico, Salerano, Caselle Landi, Senna Lodigiana, Terranova dei Passerini.
  • Interventi educativi mirati presso il Comune di Lodi
  • Servizio diritto di visita e relazione parentale;

Famiglia Nuova Società Cooperativa Sociale

  • Interventi educativi mirati, Interventi educativi legati all’informalità e Spazi educativi diurni a valenza preventiva presso i Comuni di: Borgo San Giovanni, Borghetto Lodigiano, Casaletto Lodigiano, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Cornegliano Laudese, Lodivecchio, Ossago, Pieve Fissiraga, San Colombano al Lambro, Valera Fratta, Villanova del Sillaro;

Koinè Cooperativa Sociale Onlus

  • Interventi educativi mirati, Interventi educativi legati all’informalità e Spazi educativi diurni a valenza preventiva presso i Comuni di: Bertonico, Brembio, Camairago, Cavacurta, Castelnuovo Bocca d’Adda, Codogno, Corno Giovine, Cornovecchio, Fombio, Livraga, Maccastorna, Meleti, Orio Litta, San Fiorano, Secugnago, San Rocco al Porto, Somaglia;

 

Società Cooperativa Sociale Le Pleiadi Servizi

  • Interventi educativi mirati, Interventi educativi legati all’informalità e Spazi educativi diurni a valenza preventiva presso i Comuni di: Abbadia Cerreto, Cervignano, Corte Palasio, Crespiatica, Mairago, Massalengo, San Martino in Strada, Turano Lodigiano.
  • Spazio educativo diurno a valenza preventiva (gruppo di pre-adolescenti e adolescenti femmine), attualmente attivo, presso il comune di Lodi.

 

Nel territorio del Comune di Lodigli interventi educativi legati alla sfera dell’informalità e gli Spazi educativi diurni verranno suddivisi all’interno dell’A.T.I., valutando di volta in volta la portata dell’intervento e le richieste organizzative e strutturali che ne derivano; individuando, per la gestione, l’Ente o gli Enti interni all’ATI più rispondenti alle caratteristiche del servizio per esperienza e specificità in sede di co-progettazione.

Gli attori

Le figure cardine del nuovo assetto organizzativo del sistema integrato dei servizi educativi  sono:
a) Coordinatore d’Area Territoriale che, come esperto conoscitore della realtà territoriale su cui è impegnato, favorirà la connessione ed il dialogo tra i soggetti della rete e si raccorderà con i Servizi Sociali Territoriali in una equipe intergrata che sarà la sede della decodifica dei bisogni raccolti sul e dal territorio e della proposta di risposte attivabili.

I Coordinatori d’Area Territoriale, afferenti alle quattro cooperative che costituiscono l’ATI secondo il criterio di divisione territoriale sopra riportato, possiedono il titolo di Laurea in Scienze dell’Educazione, Psicologia, Pedagogia o Sociologia.  Hanno il ruolo di:

  • raccordo con i Servizi sociali dei comuni di riferimento attraverso microequipe o partecipando, per specifiche situazioni alle macroequipe dell’Azienda Speciale Consortile, in accordo col Coordinatore Gestionale;
  • referenti nei confronti del Coordinatore Gestionale con cui si raccordano con cadenza periodica;
  • attivatore della rete locale con cadenza bimestrale per condividere linee di intervento educativo ed eventuali azioni più ampie sui gruppi che prevedano specifici raccordi con Parrocchia, Comune o altri attori istituzionali e non impegnati sui differenti comuni;
  • raccordo con altri dispositivi educativi presenti sul territorio;
  • gestione delle equipe degli educatori a cadenza definita per differenti tipologie di intervento e per le verifiche individuali mensili;
  • controllo dell’adeguata compilazione degli strumenti di lavoro da parte degli educatori;
  • compilazione degli strumenti di rendicontazione;
  • valutazione l’efficacia, congruità degli interventi educativi concordati in equipe;
  • rendicontazione periodica al Coordinatore Gestionale dell’attività dei servizi;

b) Coordinatore Gestionale dell’Azienda Consortile, in possesso del titolo di educatore professionale, basandosi su una competenza a livello tecnico delle prassi educative e della lettura pedagogica, rappresenta l’Azienda nel ruolo di presidio pubblico dei dispositivi attivati e ha in capo il ruolo di monitoraggio della gestione del sistema integrato dei servizi educativi sotto il profilo pedagogico, organizzativo ed economico.

Partendo da una lettura pedagogica del processo è chiamato ad analizzare e condurre a risoluzione possibili criticità organizzative connesse all’attivazione e alla realizzazione dei dispositivi educativi.

  • Presidia l’effettiva integrazione tra il livello educativo espresso dall’Ati e quello istituzionale espresso dal Servizio Sociale, in modo particolare nella fase di valutazione e definizione della problematica educativa individuata e nella conseguente progettazione della risposta più efficace.
  • Verifica la congruenza ed efficacia delle azioni e dei relativi preventivi di spesa ed approva l’attivazione dei dispositivi.
  • Si occupa del controllo degli aspetti di rendicontazione dell’attività in continuo confronto con i Coordinatori d’Area territoriale.
  • Monitora l’andamento dei dispositivi attivati attraverso la partecipazione ai momenti di verifica sulla gestione dei casi al fine di verificarne la tenuta ed efficacia rispetto al bisogno individuato.
  • Collabora con la Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano al fine di favorire la massima integrazione tra funzioni di programmazione/ verifica e funzioni gestionali del sistema integrato dei servizi educativi.
  • Promuove, in collaborazione con la Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano, percorsi valutativi e formativi in una logica tesa al miglioramento del sistema dei servizi.
  • Elabora documentazione dell’attività svolta da restituire al Comune che ha delegato l’attività all’Azienda quale avrà in capo il ruolo di monitoraggio della gestione dei servizi, sia sotto il profilo economico ed organizzativo che pedagogico.

c) Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano, in linea con il mandato dell’Ufficio di Piano, opererà affinchè l’intervento previsto nel bando di co-progettazione sia in linea con la programmazione territoriale e svolgerà una funzione di pianificazione e valutazione, al fine di orientare il sistema dei servizi perché possa sempre meglio rispondere ai bisogni individuati, lasciandosi interrogare e provocare dalle sfide che vengono raccolte. In particolare, interverrà sostenendo la progettualità di servizi innovativi e curerà nello specifico i raccordi tra enti, istituzioni, servizi, al fine di favorire prese in carico accompagnate e integrate dei bisogni.

La Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano avrà quindi una funzione di rilettura e orientamento degli interventi in progetto, dei processi avviati, delle modalità di connessione e integrazione tra dispositivi e servizi e interverrà nello specifico nelle seguenti fasi.

  • Fase decisionale/ strategica/ programmatoria. Fase di avvio della valutazione del bisogno territoriale, progettazione dei dispositivi educativi e conseguente compartecipazione del budget allocato. Tale partecipazione si realizzerà secondo due direzioni che attraverseranno il processo (ossia dal servizio al territorio e dal territorio al servizio
  • Monitoraggio e valutazione/verifica ordinaria del processo ai fini della verifica della tenuta metodologica e di coerenza dell’impianto con gli obiettivi concordati, con la finalità di comprendere gli esiti/costi degli interventi, riletti alla luce di una programmazione territoriale che prevede scelte di continuità modifica, sospensione dei servizi a favore di una sempre migliore integrazione e funzionalità del sistema dei dispositivi. La valutazione complessiva degli interventi territoriali realizzata col Coordinatore Gestionale verrà quindi condivise con la Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano (sia nella forma della partecipazione agli incontri di verifica che nella forma di invio di documentazioni prodotte al riguardo). Verranno realizzati quindi anche incontri di confronto e formazione con gli operatori dei servizi (in collaborazione con l’Azienda) su aspetti o tematiche di natura teorica o metodologica, attraverso il confronto con i coordinatori territoriali e con il coordinatore gestionale.
  • Valutazione/verifica straordinaria delle prassi e dei processi, in occasione di snodi di particolare delicatezza. Al fine di favorire la creazione di prassi e procedure funzionali nel raccordo tra i vari servizi/interventi, la Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano curerà la rilettura e accompagnerà, assieme al Coordinatore Gestionale, gli enti/servizi nella ridefinizione di modalità di lavoro e comunicazione-raccordo tra soggetti, a fronte di criticità/difficoltà riscontrate nella gestione dei casi, dei gruppi o più in generale dei processi. Tale passaggio potrà essere sollecitato dai Coordinatori d’Area Territoriale, dal Coordinatore Gestionale, da altri professionisti coinvolti nei processi, o richiesto direttamente dall’Ufficio di Piano a fronte di osservazioni raccolte.

d) Servizio Sociale, titolare e responsabile del “caso” nella persona dell’AS territoriale, avrà il ruolo di raccordarsi con il Coordinatore d’Area Territoriale, attraverso periodiche equipe integrate, nella definizione, monitoraggio e valutazione dei progetti socio-educativi costruiti con le famiglie coinvolte negli interventi educativi integrati.

e) Educatore

    sarà impegnato nei servizi educativi integrati, in un’ottica di trasversalità rispetto ai diversi dispositivi educativi che potrebbero vederlo impegnato.

Gli educatori professionali impegnati sui Servizi Educativi Integrati, afferenti alle quattro cooperative che costituiscono l’ATI, hanno il titolo di laurea in Scienze dell’educazione, Psicologia, Pedagogia o Sociologia o in materie umanistiche ma con esperienza triennale in servizi educativi su minori.

Hanno il compito di:

  • proporre e concordare con l’equipe i progetti educativi sui singoli e sui gruppi agganciati;
  • erogare i servizi accompagnando i ragazzi seguiti in percorsi educativi condivisi con l’equipe e con il Coordinatore d’Area Territoriale;
  • partecipare alle equipe del servizio, alle formazioni ed alla supervisione;
  • compartecipare alla valutazione degli interventi educativi realizzati o monitorare la congruità di quelli in atto;
  • partecipare alle verifiche con il Servizio Sociale ed i Coordinatori d’Area Territoriale;
  • compilare gli strumenti inerenti il servizio;
  • redigere mensilmente ed inviare al proprio Coordinatore d’Area Territoriale il proprio foglio ore;
  • incontrare le famiglie raccordando le azioni coi minori e con i genitori, in linea con il PEI.

F)Tavolo permanente di Co-Progettazione, costituito dalle Cooperative dell’ATI, dall’Azienda Speciale Consortile, dai Comuni e dall’Ufficio di Piano, rappresenta il luogo formale dove si realizza l’integrazione e la corresponsabilità nel sostenere e sperimentare un modello di intervento nella gestione, sviluppo e produzione degli interventi educativi, delle risorse e delle competenze tra pubblico e privato.

I Luoghi

Gli spazi dedicati alla definizione e gestione degli interventi educativi integrati saranno:

  • tavolo di Co-Progettazione: sarà la sede di valutazione, ridefinizione ed implementazione del percorso di realizzazione del sistema integrato di interventi educativi , e parteciperà ad incontri di formazione/workshop al fine di costituire una reale esperienza di co-responsabilità e di valutazione partecipata attraverso il confronto con professionisti di altre realtà.
  • equipe integrata (micro e macro) è il luogo di definizione del nucleo problematico, dell’elaborazione, monitoraggio e verifica del progetto e dei dispositivi attuati;
  • tavoli di rete locale saranno la sede in cui il coordinatore territoriale e l’AS del comune incontreranno i referenti politici, parrocchiali (eventualmente le scuole e l’associazionismo locale) allo scopo di dare lettura comune degli interventi attivi sul territorio, considerano e portando eventuali specifici bisogni dello stesso
  • incontri di valutazione/monitoraggio/formazione per coordinatori ed educatori: sono importanti contesti per la crescita dei servizi e per lo sviluppo di competenze educative trasversali a tutti gli operatori impegnati nella realizzazione dei dispositivi pensati ed attivati nell’ambito del sistema dei servizi educativi integrati. Vengono proposti dalla Referente della Prevenzione dell’Ufficio di Piano in collaborazione con il Coordinatore Gestionale.

I Dispositivi educativi

INTERVENTI EDUCATIVI MIRATI

L’intervento consiste nel complesso di prestazioni di natura socio-educativa rivolte a quei minori e non solo e alle loro famiglie che si trovano in situazioni di disagio; si esplica sia all’interno dell’ambito famigliare, identificato quale luogo privilegiato di crescita, sia nei luoghi abitualmente frequentati dai soggetti destinatari dell’intervento e si fonda su una relazione individuale con l’operatore di riferimento. Tale intervento si caratterizza come temporaneo: la durata varia in relazione alla complessità della situazione, delle resistenze e della recettività del soggetto e del nucleo famigliare di appartenenza.

Gli interventi si rivolgono a soggetti:

  • sottoposti a provvedimenti degli Organi Giudiziari;
  • in condizioni di trascuratezza, disadattamento e/o disagio relazionale;
  • in difficoltà scolastiche;
  • che devono reinserirsi nelle proprie famiglie dopo un periodo di allontanamento;
  • che vivono con difficoltà la fase di transito nell’età adulta;
  • che vivono una fase di particolare fragilità che necessita di un accompagnamento al fine di superare tali difficoltà;
  • in carico all’equipe penale e che necessitano di uno specifico accompagnamento educativo.

Le prestazioni saranno definite nell’ambito di un progetto educativo individualizzato costruito insieme all’Assistente Sociale che, con il Coordinatore d’Area Territoriale, diverrà responsabile e garante dell’azione educativa all’interno del più ampio scenario del progetto sociale.

Gli interventi diretti ai soggetti sopra descritti, seppur individualizzati nelle finalità costruite sulla base di una risposta efficace ed appropriata ai bisogni individuati per il singolo, non devono necessariamente essere realizzati ad personam ma possono progettarsi interventi di gruppo al fine di promuovere maggiore efficacia ed economicità di tali azioni.

Obiettivi

  • promuovere ed implementare le risorse del soggetto destinatario dell’intervento e/o del nucleo di origine, partendo dalla valutazione delle dinamiche relazionali del nucleo famigliare affinché si evidenzi un’effettiva possibilità di cambiamento del contesto;
  • consentire alle figure parentali di mantenere adeguate competenze genitoriali, ottimizzando le risorse esistenti e intervenendo sui nodi critici della relazione educativa al fine di implementare le funzioni educative e di cura;
  • stimolare il contesto sociale utilizzando le risorse aggregative, educative, culturali, sportive del territorio per facilitare il percorso di integrazione del minore e del contesto familiare.

INTERVENTI EDUCATIVI LEGATI ALLA SFERA DELL’INFORMALITA’

Gli interventi educativi legati alla sfera dell’informalità costituiscono, nel panorama degli interventi educativi di prevenzione del disagio sociale, lo strumento che più efficacemente interpreta la logica della prossimità e dell’informalità poiché rinuncia a due strumenti della relazione educativa: la domanda di aiuto e la presenza di un setting istituzionale in cui operare.

Questo tipo di interventi attiva canali di ascolto e intercettazione degli adolescenti, proprio nei luoghi informali che abitualmente frequentano, esplicando la sua azione preventiva quando il disagio è manifesto in forma lieve, talvolta non consapevole, o quando non colto risulta non “trattato”.

Il fine ultimo del servizio è quello di prevenire il disagio/disadattamento ovvero favorire l’integrazione sociale intesa come possibilità di entrare in accordo con la realtà e nel contempo di trasformarla attraverso forme di espressione personale. Le azioni educative del servizio consistono principalmente in:

  • ascolto, accoglienza, rilettura eventi, vicende, bisogni;
  • stimolazione all’apprendimento delle capacità di riconoscimento/gestione delle emozioni;
  • stimolazione alla progettazione individuale, alla motivazione, all’impegno, alla responsabilità personale; all’espressione positiva del sé;
  • stimolazione alla partecipazione e responsabilità collettiva, al dialogo col mondo adulto;
  • accompagnamento ad esperienze valorizzanti, ai servizi…

Tali azioni vengono definite a partire dalle peculiarità di bisogno di ogni singolo ragazzo agganciato e dalle dinamiche che si sviluppano all’interno del gruppo che frequenta. Il servizio si caratterizza per la promozione di un lavoro di rete ed interconnessione tra adulti e tra servizi attorno ai casi noti e già in carico, utile ad agevolare riflessioni ed un lavoro sinergico su situazioni critiche, ad opera degli operatori dei servizi territoriali  e del personale del progetto. Ciò favorisce la creazione e l’attivazione di un tessuto sociale consapevole e competente nella lettura dei bisogni, nella progettazione di interventi mirati e nella presa in carico integrata e territoriale.

Obiettivi

Gli obiettivi perseguiti possono essere raggruppati in tre macro-filoni:

  1. obiettivi di prevenzione del disagio attraverso la promozione del benessere delle comunità all’interno delle quali vivono gli adolescenti ed i gruppi informali di cui fanno parte . Ciò attraverso la promozione delle risorse e delle competenze individuali e dei gruppi attivando opportunità e percorsi che diano visibilità alle parti “sane e vitali” dell’universo adolescenziale;
  1. obiettivi di prevenzione del disagio in situazioni definite a rischio con interventi che pongono quindi particolare attenzione ai singoli ed ai gruppi che, per ragioni differenti, vengono identificati come soggetti particolarmente esposti a fragilità;
  2. obiettivi di riduzione del danno, con interventi i cui destinatari sono gruppi o singoli che sono già riconosciuti come devianti o che vivono situazioni fortemente segnate dalla marginalità e con i quali occorre lavorare con lo scopo primario di salvaguardare le risorse ancora esistenti in un percorso di riabilitazione che si prefigura lungo, impegnativo e dagli esiti incerti.

Gli obiettivi 2 e 3, poiché si fondano sulla definizione più netta di situazioni di particolare fragilità,  si collocano a scavalco tra interventi legati alla sfera dell’informalità e la definizione/proposta di interventi educativi mirati.

Strumenti e modulistica

Il lavoro educativo richiede irrinunciabilmente un tempo spazio di pensiero che sia per i Coordinatori che per gli educatori si traduce nella compilazione di alcuni strumenti che agevolano la definizione dei progetti educativi, la relativa valutazione in termini di efficacia ed un lavoro di autovalutazione per l’equipe utile a ridefinire obiettivi e strategie.

Gli strumenti per i Coordinatori d’Area Territoriale sono:

  • verbali delle equipe integrate (inviati in c/c al Coordinatore Gestionale), in cui vengono registrati i pensieri condotti nell’incontro, le criticità emerse nella lettura delle situazioni in carico o negli interventi attivati, gli obiettivi dei progetti educativi sui singoli agganciati o sui gruppi, eventuali accordi specifici;
  • verbali dei tavoli di rete locale (inviati in c/c al Coordinatore Gestionale ed all’Ufficio di Piano) che riportano le restituzioni bimestrali relative al lavoro condotto dal servizio agli attori che partecipano agli incontri (Amministrazione comunale, Assistente sociale e parrocchia, scuola…). In tali verbali compaiono altresì eventuali accordi relativi ad azioni condivise, eventuali segnalazioni o spunti di lavoro aggiuntivo;
  • verbali delle equipe di lavoro in cui si registrano le riflessioni, le letture comuni e incrociate sui casi, la sintesi delle suddette riflessioni, la valutazione delle azioni condotte e dei risultati prodotti, la definizione delle azioni educative da condurre;
  • relazioni semestrali sul servizio, compilate insieme con gli educatori del comune di riferimento: riportano una fotografia del lavoro condotto nel semestre nell’ambito del servizio, non riportano dati sensibili, sono utili per valutare il lavoro condotto, le azioni mosse ed i risultati conseguiti. Generalmente riportano anche l’indicazione delle piste di sviluppo del servizio;

Gli strumenti attualmente in uso tra gli educatori e la cui compilazione viene monitorata e verificata dal coordinatore sono:

  • i diari delle uscite, attraverso i quali gli educatori registrano azioni e pensieri inerenti l’erogazione del servizio e che devono essere compilati puntualmente. Costituiscono uno strumento di lavoro personale, utile a lasciare storia degli interventi, a definirsi obiettivi mirati e di breve periodo e a dare spazio di pensiero agli educatori;
  • le schede dei gruppi, riportano una fotografia dei gruppi ma con lo sguardo sui singoli. Riportano brevi informazioni di carattere anagrafico, utili a identificare i ragazzi agganciati ed a capire se siano noti o meno ad altri servizi, ed informazioni relative a bisogni riscontrati, obiettivi educativi che ne vengono tratti, azioni educative condotte, risultati conseguiti. Tali osservazioni vengono sia registrate sul piano individuale che del gruppo di riferimento;
  • schede individuali sui casi: compilate per situazioni in cui vi sia un progetto socio-educativo condiviso con servizi altri, in primis Servizi Sociali. Vengono generalmente compilate per i casi più complessi;

L’intervento consiste nel complesso di prestazioni di natura socio-educativa rivolte a quei minori e non solo e alle loro famiglie che si trovano in situazioni di disagio; si esplica sia all’interno dell’ambito famigliare, identificato quale luogo privilegiato di crescita, sia nei luoghi abitualmente frequentati dai soggetti destinatari dell’intervento e si fonda su una relazione individuale con l’operatore di riferimento. Tale intervento si caratterizza come temporaneo: la durata varia in relazione alla complessità della situazione, delle resistenze e della recettività del soggetto e del nucleo famigliare di appartenenza.

Gli interventi si rivolgono a soggetti:

  • sottoposti a provvedimenti degli Organi Giudiziari;
  • in condizioni di trascuratezza, disadattamento e/o disagio relazionale;
  • in difficoltà scolastiche;
  • che devono reinserirsi nelle proprie famiglie dopo un periodo di allontanamento;
  • che vivono con difficoltà la fase di transito nell’età adulta;
  • che vivono una fase di particolare fragilità che necessita di un accompagnamento al fine di superare tali difficoltà;
  • in carico all’equipe penale e che necessitano di uno specifico accompagnamento educativo.

Le prestazioni saranno definite nell’ambito di un progetto educativo individualizzato costruito insieme all’Assistente Sociale che, con il Coordinatore d’Area Territoriale, diverrà responsabile e garante dell’azione educativa all’interno del più ampio scenario del progetto sociale.

Gli interventi diretti ai soggetti sopra descritti, seppur individualizzati nelle finalità costruite sulla base di una risposta efficace ed appropriata ai bisogni individuati per il singolo, non devono necessariamente essere realizzati ad personam ma possono progettarsi interventi di gruppo al fine di promuovere maggiore efficacia ed economicità di tali azioni.

Obiettivi

  • promuovere ed implementare le risorse del soggetto destinatario dell’intervento e/o del nucleo di origine, partendo dalla valutazione delle dinamiche relazionali del nucleo famigliare affinché si evidenzi un’effettiva possibilità di cambiamento del contesto;
  • consentire alle figure parentali di mantenere adeguate competenze genitoriali, ottimizzando le risorse esistenti e intervenendo sui nodi critici della relazione educativa al fine di implementare le funzioni educative e di cura;
  • stimolare il contesto sociale utilizzando le risorse aggregative, educative, culturali, sportive del territorio per facilitare il percorso di integrazione del minore e del contesto familiare.

SPAZI EDUCATIVI DIURNI

Nel giugno 2012 è stato avviato un tavolo di co-progettazione finalizzato alla realizzazione di interventi educativi sperimentali rivolti a minori in condizione di disagio o a rischio di disagio connessi a fragilità dei nuclei familiari che per  svariati fattori non sono in grado di rispondere ai bisogni evolutivi dei propri figli in maniera adeguata. Si tratta di interventi flessibili, a forte valenza preventiva, finalizzati allo sviluppo e al recupero di competenze nei minori accolti e delle loro famiglie. Percorsi alternativi ad integrazione con quanto già esistente che implementi gli interventi per la prevenzione, ponga al centro il lavoro con la famiglia e sia uno stimolo all’attivazione di forme di collaborazione e corresponsabilità territoriale.

Lo spazio educativo diurno ha l’obiettivo non solo di offrire un contesto protetto, stimolante, educativo in senso proprio a ragazzi esposti a situazioni di incuria o povertà relazionale, ma anche quello di rappresentare uno stimolo per far evolvere/crescere situazioni familiari povere o dinamiche relazionali incistate. Sebbene infatti l’utenza diretta sia data dai ragazzi, il servizio presuppone l’avvio parallelo di percorsi di accompagnamento e sostegno nei confronti delle famiglie dei ragazzi accolti, in una logica di stimolazione di processi di cambiamento individuale e familiare. Il servizio inoltre si deve porre in stretta connessione con la rete locale, i servizi istituzionali e altre agenzie del territorio.

Gli spazi educativi si sono sviluppati come risposta idonea per quei minori:

– in situazione di disagio riconosciuto ma in fase di valutazione della recuperabilità del legame familiare, prima di avviare percorsi di allontanamento;

– in fase di reinserimento in famiglia, dopo un periodo di collocamento in realtà residenziali;

– stabilmente, in situazioni ritenute a discreto rischio dove le competenze genitoriali risultano fragili e necessitano di essere implementate, ma in assenza di grave pregiudizio, in cui l’inserimento diurno in struttura educativa svolge un ruolo vicariante ma nel contempo a supporto delle funzioni genitoriali offrendo ai minori risposte di senso , costruttive e valorizzanti alle fasi del proprio percorso di crescita

In tale logica si sono definite due tipologie diversificate di spazi diurni :

Spazi Educativi diurni a bassa valenza a minore coercitività e maggiore valenza preventiva ( intervento di prevenzione secondaria e selettiva )

  • Spazi Educativi diurni a bassa valenza a forte ingaggio o coercitività del percorso in situazione di maggiore rischio di pregiudizio (intervento di prevenzione terziaria o indicata).

Le due esperienze, simili nell’impianto e negli obiettivi perseguiti, si differenziano per il livello di pregiudizio a cui è esposto il minore e conseguentemente per la maggiore/minore coercitività del percorso proposto alla famiglia e maggiore/minore protezione rivolta al ragazzo.

Spazi Educativi diurni a bassa valenza

Destinatari

minori e famiglie :

– in situazione di disagio riconosciuto ma in fase di valutazione della recuperabilità del legame familiare, prima di avviare percorsi di allontanamento;

– in fase di reinserimento in famiglia, dopo un periodo di collocamento in realtà residenziali;

– stabilmente, in situazioni ritenute a discreto rischio dove le competenze genitoriali risultano fragili e necessitano di essere implementate, ma in assenza di grave pregiudizio, in cui l’inserimento diurno in struttura educativa svolge un ruolo vicariante ma nel contempo a supporto delle funzioni genitoriali offrendo ai minori risposte di senso , costruttive e valorizzanti alle fasi del proprio percorso di crescita

Lo Spazio Educativo Diurno nasce come servizio che mira ad accogliere ed accompagnare in un percorso educativo individuale e di gruppo le situazioni più complesse e per le quali si ravvisano criticità che espongono al rischio di esclusione sociale. Si tratta di situazioni in cui risulta auspicabile un intervento educativo tempestivo sia di carattere preventivo che contenitivo. Lo Spazio Educativo Diurno offre ai ragazzi che accoglie percorsi educativi differenti, mirati, in concerto con le famiglie, in un patto educativo che vincoli ognuno, per i ruoli che competono, ad accompagnare in un processo educativo sinergicamente condotto, i ragazzi individuati, ponendovisi accanto, come risorsa. In accordo con il Servizio sociale, si stipula un’alleanza educativa con le famiglie perché si impegnino, in un patto di corresponsabilità educativa, a sostenere i percorsi educativi proposti e individuati in condivisione.

Lo Spazio Educativo Diurno si configura quindi come uno spazio strutturato in cui vengono promosse attività educative  e costruiti, anche attraverso la relazione tra ragazzi iscritti ed educatori, accompagnamenti educativi per minori particolarmente fragili ed esposti al rischio di esclusione sociale.

La finalità educativa di questo servizio è infatti identificabile nella promozione di azioni rivolte a prevenire il disagio e a favorire soprattutto il benessere individuale e collettivo dei minori che vi accedono.

Come per gli altri dispositivi educativi integrati, la famiglia è punto di riferimento fondamentale per l’azione educativa, quale soggetto primo impegnato nel conseguimento degli obiettivi educativi e sociali definiti per il minore che ne è parte. Azione cruciale del servizio è dunque lo stretto raccordo con le famiglie nella condivisione delle finalità educative, degli obiettivi, e nel coinvolgimento nella progettazione di iniziative comuni.

Lo Spazio Educativo Diurno sviluppa altresì un attento lavoro di rete con le diverse agenzie educative presenti sul territorio (scuola, famiglia, associazioni, ecc.) e consente di avviare un processo che permette a ciascuno di riconoscere la propria identità specifica rispetto al ruolo che assume nell’intervento con minori e promuovere strategie ed iniziative che mirino a facilitare e radicare sul territorio processi di integrazione e sviluppo delle azioni educative condotte con le famiglie. Tra i principali attori con cui è auspicabile e necessario il raccordo e confronto sul piano educativo vi sono la Scuola ed i Servizi Specialistici cui la famiglia è nota. Ciò, come più chiaramente definito nelle procedure specifiche allegate, al fine di implementare un lavoro incrociato ma complementare sui casi.

A seconda dei ragazzi che ospita, lo Spazio Educativo Diurno organizza le proprie attività ordinarie e straordinarie. Tali attività possono prevedere: spazio compiti, giochi strutturati, laboratori creativi, corsi di vario genere, attività legate al tema conduttore, uscite, feste ed eventi in genere.

Obiettivi

  • Offrire nuovi contesti educativi in grado di contenere e prevenire l’acuirsi di situazioni di disagio;
  • promuovere azioni che favoriscono il benessere individuale collettivo dei partecipanti;
  • creare sinergie e patti educativi che stimolano la famiglia ad essere corresponsabile nel percorso di crescita dei propri figli;
  • supportare le famiglie offrendo stimoli tesi ad implementare le competenze genitoriali.

Spazi Educativi diurni ad alta valenza

Destinatari

minori e famiglie :

– in situazione di disagio riconosciuto ma in fase di valutazione della recuperabilità del legame familiare, prima di avviare percorsi di allontanamento;

– in fase di reinserimento in famiglia, dopo un periodo di collocamento in realtà residenziali;

La proposta di Servizio si caratterizza nella possibilità di sperimentare un collocamento diurno in un contesto educativo strutturato con rientro presso il proprio contesto familiare la sera

Tale opportunità vede la possibilità di inserire in contesti adeguati alla loro crescita minori che vivono situazioni di grave disagio familiare offrendo loro l’opportunità di vivere una quotidianità più idonea e stimolante ma nel contempo di non vivere un distacco dai propri familiari.

L’accoglienza in struttura rappresenta una possibilità educativa significativa per la loro crescita, di supporto all’ambito scolastico, alla socializzazione tra coetanei e al rapporto con figure educative di riferimento quotidiano, in un servizio che non si sostituisce ma si integra con la famiglia d’origine.

Per ogni minore inserito il Servizio Sociale responsabile della proposta progettuale elabora in collaborazione con la struttura ed eventuali altre agenzie e servizi coinvolti un PEI a favore del minore e del nucleo familiare. La famiglia dovrà avere una parte attiva e il lavoro di supporto  al  ruolo genitoriale saranno il parametro guida alla costruzione e realizzazione di questi interventi, il fatto che il minore trascorra la giornata in un luogo diverso rispetto ai genitori non delega la responsabilità degli stessi a farsi carico del proprio figlio , ma anzi diviene l’opportunità per essere aiutati ad essere sempre più responsabili e competenti infatti in parallelo all’inserimento del minore la famiglia verrà supportata e stimolata ad un percorso di evoluzione affinchè possa riprendere in autonomia ad occuparsi del proprio figlio ( Ipotesi di percorsi di parent training, gruppi di mutuo aiuto..)

Si presuppone che il minore inserito nel contesto residenziale viva situazioni familiari ad alto livello di pregiudizio pertanto la struttura residenziale diventa garanzia di tutela per il minore acconsentendo all’ospitalità per la notte quando si ritenesse necessario una volta rilevata una condizione di pregiudizio presso la propria famiglia.

Hanno aderito a tale progettualità le seguenti realtà del territorio:

  • Comunità Oceano LODI
  • Comunità familiare Madonna della Fontana LODI
  • Comunità educativa Villa Biancardi
  • Comunità Marcellino BORGHETTO LODIGIANO
  • Associazione fraternità Casa famiglia LODI
  • Comunità familiare L’Argine SENNA LODIGIANA
  • Comunità familiare La Mongolfiera BORGHETTO LODIGIANO

 

DIRITTO DI VISITA E RELAZIONE PARENTALE

Il Servizio trova il suo presupposto nei riferimenti normativi dell’Art. 9 della Convenzione dei Diritti dell’infanzia del 1989 e della L. 149/01 dove viene sancito il diritto e il bisogno del minore di mantenere un rapporto con la famiglia d’origine anche se disfunzionale. Il diritto di visita e relazione con entrambe le figure genitoriali assume la valenza di un bisogno evolutivo che consente al bambino di dare un significato alle proprie origini, alla propria storia e alla propria identità ed evita il rischio di scissione costringendolo a vivere due vite parallele. La stanza dell’incontro, definito anche “spazio neutro”, consiste in uno spazio relazionale protetto dove l’operatore è chiamato a costruire le condizioni per un incontro e a garantire una presa in carico mirata a salvaguardare il diritto del bambino a ripristinare e/o mantenere una relazione con i propri genitori e con gli “altri adulti significativi”, interrotta per difficoltà e/o conflittualità. L’intervento in “spazio neutro” si configura non solo come il realizzarsi di un contatto tra un adulto e un minore, nel quale è prevista la presenza di una terza persona che deve assumere una funzione di sostegno o controllo, ma come un intervento pedagogico che si propone di modificare i comportamenti educativi e di facilitare e sostenere le relazioni tra gli attori coinvolti.  Partendo dal presupposto che il contesto degli interventi  ha quasi sempre una dimensione coatta, in quanto viene delineato e definito da parte  dell’Autorità Giudiziaria, il servizio deve garantire l’attivazione di:

  • spazio neutro tradizionale: teso ad intercettare e rispondere ai bisogni delle situazioni familiari che vedono coppie divise con minore affidato ad un genitore oppure un minore affidato ad un contesto diverso dal proprio nucleo famigliare. Il focus viene posto sul bisogno del bambino di veder salvaguardata la relazione affettiva ed educativa con entrambi i genitori come condizione che maggiormente garantisce una prospettiva di crescita sana e adeguata alla costruzione di un’identità adulta.
  • spazio neutro protetto: teso ad intercettare e rispondere ai bisogni delle famiglie multiproblematiche e maltrattanti che richiedono interventi con significati diversi a seconda che si tratti di:
  • famiglie che hanno concluso il percorso di valutazione;
  • famiglie in fase di valutazione;
  • sospetto maltrattamento o abuso sessuale.

Obiettivi

  • garantire al minore il diritto ad una relazione con la figura genitoriale non convivente;
  • riconquistare una relazione parentale più funzionale permettendo gli incontri in uno spazio sereno e rassicurante dove risulta sospeso il conflitto e il giudizio;
  • favorire il ricostruirsi delle responsabilità genitoriali.

 

Orari apertura servizio: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00